I romanzi della saga ispirati ai manoscritti valdesi medievali

  • Le predicatrici e i predicatori itineranti valdesi del medioevo, viaggiavano in coppia portando nascosti negli abiti dei manoscritti. Alcuni di questi codici - talvolta di piccolissime dimensioni - contenenti un messaggio religioso perdurante nei secoli si sono salvati e sono conservati in alcune biblioteche universitarie europee (Cambridge, Dublin, Geneve, Grenoble).
  • Gli inquisitori pongono i barba al centro del loro bersaglio giudiziario. Tale azione genera documenti: fascicoli processuali - in alcuni casi di spessore corposo - che testimoniano anch'essi l'esistenza di una perdurante esperienza religiosa di itineranza apostolica.
  • I barba valdesi della fine del XV secolo diventano protagonisti di un doppio circuito documentario: attivo attraverso la letteratura didattico-religiosa e passivo tramite gli atti giudiziario-inquisitoriali.
  • Tratto dall'introduzione a "Il santo bottino" di Marina Benedetti, Claudiana 2006

  • Con gioia dei lettori ecco finalmente un nuovo episodio del “Codice da Vinci” valdese, assai migliore, pero’, come del resto lo era il primo (Il Pretesto), del famoso bestseller americano. Non solo perche’ si parla dei Valdesi, dei loro barba e dei loro misteriosi manoscritti, ma perche’ Il Segno” e’ basato su fatti e dati reali e perche’ le vicissitudini degli affascinanti codici medievali sono strabilianti e rocambolesche di per se’ senza bisogno di aggiungerci nulla di inventato. Vicenda, inseguimenti, tentati omicidi, tunnel segreti nelle viscere di Torino, personaggi vecchi e nuovi, misteriosi e meno, sono invece frutto della fantasia dell’autore che pero’ non ama strafare e riesce a rendere il tutto quasi plausibile, complotti vaticani inclusi.
  • Recensione di Erica Scroppo